antiquario e proprietario del Museo Bellini di Firenze
Renato Li Vigni un mare di colori lontani
E così come le onde del mare si colorano e cambiano direzione a seconda del vento, delle nuvole e delle sfumature dell’alba e del tramonto, così diventa visibile anche in Renato Li Vigni il colore nelle sue opere. È come se invece che facenti parte del mare le onde facessero parte dell’oceano dei pensieri, le stesse onde si muovono all’interno di noi stessi con evoluzioni e colori che possono solamente uscire dall’immaginario della realtà. Sempre sul colore, ecco che in tutte le Sue opere si parte da un colore bianco, molto brillante, colore che indica a Renato qualcosa di molto reale e molto intimo, come se tutto nascesse da lì. Nel dialogare con l’autore, si nota la profonda visione del mondo, mondo che tutti noi speriamo esista, che passa al di là del colore bianco, come se fosse una porta socchiusa per noi umani che non sappiamo aprire, ma aperta per chi crede fermamente in qualcosa, qualcosa oltre noi stessi, qualcosa che ci unisce tutti, specialmente nel momento in cui si ha paura di perdere la vita terrena. Ognuno di noi sa che esiste l’aldilà o ‘l’oltre’, poi lo rimanda a tempo a venire, solo quando subentra la paura o qualche emozione forte o violenta, ci ricordiamo che esiste un Dio, a Lui ci confidiamo in segreto, per poi riprenderlo appena tutto si tranquillizza. Renato vede e descrive questa luce, la sfuma, via via scendendo dall’alto delle sue opere verso il basso con onde e cambiamenti repentini di colore, dai chiari e forti, dopodiché al blu e alla notte. Renato del suo viaggio intorno a se stesso scopre e guarda oltre la siepe, che tutti abbiamo dentro di noi che a volte non sappiamo né vogliamo scavalcare. Ritornando al colore la parte più scura che cos’è? Lo stadio peggiore, quello che ‘in vulgaris’ si potrebbe chiamare, con una parola molto usata, Diavolo, ma il Diavolo chi è? È il più grande credente in Dio, è l’unico che Lo conosce alla perfezione, l’unico ad essere stato accanto a Lui per poi diventare il peggior nemico, per cui non possiamo certo dire che il Diavolo non sia credente, sa benissimo che esiste Dio con la Sua purezza, senza l’uomo non ci sarebbe l’altro! Nelle sue opere ci sono tante varianti: sicuramente ha passato esperienze molto profonde, con attimi di estasi e momenti mistici, che li hanno fatto capire alla luce bianca; e così per insegnarlo a noi, ha imparato a dipingerla, ha creato il suo mondo, misurando i colori con i propri sentimenti. Renato usa le tele come espressione arcaica, in tante maniere si è provato a far ‘vedere’ l’aldilà, o il male e il bene o la figura di un Dio che non vediamo ma che speriamo esista. Come poter introdurre a dei visitatori queste immagini, con il bianco ‘bagliore’, il colore più puro, il colore che lui ha immaginato e che moltissime persone che hanno avuto l’esperienza di morire e tornare indietro hanno visto, la luce bianca intorno dei colori. Li Vigni è coraggioso, fa vedere attraverso le sue opere i propri sentimenti, perché gli altri possano capire come interpretarli e giudicarli, lascia libero il visitatore di poter sognare e rivivere anche solo per un istante quella luce dentro al suo cuore. Per cui le onde del mare di Li Vigni, il cambiamento delle colorazioni che seguono la curvatura della prospettiva e della materia, ci fanno entrare seriamente in questo dialogo, dialogo tra noi, un io nascosto, e qualcosa di molto superiore. Proviamo anche noi, nel guardare le sue tele, a non vederle come movimenti astratti, con significati a volte irraggiungibili, ma dobbiamo vederle come una chiara volontà di leggerle oltre il nostro mondo, mondo che ognuno di noi interpreta nella maniera che il destino e la vita hanno dedicato a tutti noi.
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