critico dell’arte – storico d’arte – curatore
Dal colore rinascere nello spirito
Rinascere attraverso il colore, calarsi nelle sue densità, nelle sue trame di luce. Tornare alla materia primigenia, al ventre materno, all’origine della vita. Per chi come Renato Li Vigni ha sempre fatto del colore in pittura il tramite di un’esperienza non solo artistica ma anche spirituale, la rinascita non può che avvenire attraverso un’immersione nel colore. Non un colore qualunque, ma l’azzurro dei cieli, dei mari, nella sua terra natale: il Venezuela. Intenso, luminoso, brillante, un azzurro dal quale ripartire per il ciclo di lavori intitolato ‘Renacimiento Azul’. Un ritorno alle origini anche nella scelta dello spagnolo, per ripartire dal paese che per primo ha forgiato, con le sue luci, le distese d’acqua, i paesaggi rigogliosi, il senso del colore connaturato in quest’artista. Immagini che insieme compongono una “tavolozza” a cui Li Vigni attinge da sempre e continua a farlo, con rinnovato vigore, in queste nuove opere che parlano di una “rinascita” al tempo stesso spirituale e stilistica, espressa sul piano cromatico con la dominante dell’azzurro, a simboleggiare una profondità luminosa che in sé contiene il divino, la creazione, la genesi del mondo. Ripartire dall’azzurro è come ritornare all’origine del tutto, della luce, dell’acqua, della vita stessa; risalire la corrente del tempo per andare indietro, fino all’alba del mondo, in un chiarore ancora carico di speranze, promesse, amore. Rivolgere lo sguardo verso gli spazi assoluti ed immateriali della trascendenza, e da qui ricominciare con una pittura ancora più meditata, riflessiva, “interiore”, con un’attenzione al colore che sempre più in Li Vigni assurge a tramite per trasporre sul piano visivo un intimo lavoro di “affinamento” dello spirito. La pittura diventa testimonianza di un iter spirituale che accomuna le esigenze interiori dell’uomo alle urgenze espressive dell’artista, passando attraverso vari stadi e dimensioni dell’anima, simboleggiati dall’alternarsi di densità materiche e dissolvenze cromatiche, zone d’ombra ed “eruzioni” di luce. Insieme all’azzurro, con gradazioni tonali fino al blu intenso, tornano, in queste opere, i “primari” rosso e giallo che, uniti all’oro, rendono la pittura fulgida, preziosa, indizio di un’epifania luminosa grazie alla quale l’esperienza del sacro s’inscrive nell’immagine. Appaiono per la prima volta anche colori scuri – dal nero al bruno – che, in contrasto all’oro, evocano la via luminosa dello spirito risorto dalla tenebra. Un’uscita dal buio che permea la pittura di speranza, avvicinando l’atto del dipingere ad un’esperienza mistica. Pensiero che da sempre attraversa e vivifica la pittura di Li Vigni, nella certezza, per lui, che l’arte – come la bellezza – possa avvicinare l’uomo al mistero di Dio.
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